questo articolo sulla nostra Comunità è apparso sul numero di marzo 2002 del mensile Jesus

ed è stato preso da:  http://www.stpauls.it/jesus/0203je/0203je76.htm  

 

 

 

Contemplativi del XXI secolo

Cercando Dio sull’Appennino

testo e foto di Alberto Comuzzi

 

Quattro milanesi hanno lasciato la città per fondare un monastero secondo l’antica Regola benedettina, perpetuando così, nella nostra società secolarizzata e chiassosa, lo "scandalo" della preghiera e del raccoglimento.

Si chiamano Emanuele, Francesco e Fabio. Hanno rispettivamente 32, 45 e 30 anni e sono tutti originari di Milano. Una decina d’anni fa hanno chiesto a Giovanni, oggi settantenne, di diventare il loro abbate. È nata così la "comunità monastica benedettina maschile di vita semplice", che ha scelto come sede la  cima del Monte Monastero, luogo appartato nel comune di Morfasso, in provincia di Piacenza.

Da qui si domina la Val d’Arda. «La nostra abbazia è dedicata a Nostra Signora della Trinità», spiega l’abbate Giovanni. «Un titolo, che non ci risulta appartenere a nessun altro monastero al mondo, con il quale abbiamo voluto sottolineare la nostra devozione alla Trinità e a Maria».

 

Panorama dal monastero
Panorama della Val d’Arda dal Monastero (Morfasso, Piacenza)

 

L’abbate Giovanni è una persona dolce che ha vissuto per venticinque anni l’esperienza d’eremitaggio – sì, proprio eremitaggio – in una casa, nel cuore della convulsa città di Milano, alle spalle della Borsa. È lì che i suoi tre figli spirituali l’hanno incontrato ed è lì che è nato il desiderio di costituire una comunità monastica. Emanuele, Francesco e Fabio non hanno avuto resistenze o contrasti in famiglia per la loro scelta. «Il nostro è uno stile di vita unitario, cioè semplice», spiegano. E continuano, disarmanti, a dirci la ragione che li ha spinti ad abbracciare la vita monastica: «La ricerca di Dio».

Sul Monte Monastero i quattro monaci sono arrivati dopo avere visitato decine e decine di luoghi in diverse regioni d’Italia. Strane coincidenze della vita: lì, in quella valle, dall’VIII al XVI secolo, aveva prosperato una comunità di monaci (da cui il nome di Monte Monastero), dissoltasi poi senza lasciar quasi traccia di sé. Una signora anziana del posto, che non aveva mai smesso di pregare perché tornassero dei monaci, saputo dai giornali che questi cercavano un luogo per il loro monastero, li invitò a visitare la valle.

 

la Comunità
Da sinistra: l’abbate Giovanni e i monaci Fabio, Emanuele e Francesco

 

Attualmente il luogo è abitato da quattro famiglie di contadini. Quando i quattro benedettini, circa sei anni fa, per la prima volta bussano per chiedere se possono stabilirsi nel luogo, trovano un raggiante signore che spalanca loro la porta della sua casa colonica. Attualmente i monaci vivono in un minuscolo appartamento – concesso in comodato – il cui locale più luminoso, anch’esso di piccole dimensioni, è stato adibito a cappella. Non hanno finanziamenti e vivono del proprio lavoro coltivando i campi. Mangiano il pane invenduto che viene loro regalato da un amico panettiere di Milano. Una volta al mese, un monaco s’incarica di andarlo a ritirare e, ogni giorno, provvedono a farlo rinvenire nel forno.

Da sei anni la comunità di Nostra Signora della Trinità, oltre al lavoro nei campi, è impegnata nella costruzione del monastero: un vecchio fienile in disuso, ora in fase di ristrutturazione. L’abbate Giovanni s’è ingegnato a stendere il progetto; i suoi figli spirituali e un muratore lo stanno realizzando. I lavori sono ancora in corso, ma l’opera comincia già ad assumere la sua fisionomia. È possibile ipotizzare quando finiranno? «Siamo nelle mani della Provvidenza e andiamo avanti con i suoi ritmi», risponde l’abbate. «Naturalmente, perché il Signore ci aiuti, non dobbiamo stare con le mani in mano, come espressamente indicato dal motto: ora et labora, attribuito ai benedettini».

Già, la preghiera: i monaci di Monte Monastero le dedicano non meno di cinque ore e mezza al giorno. Oltre alle Lodi, ai Vespri, alla Compieta e alla preghiera comunitaria, sempre cantata e sempre con il Santissimo esposto, almeno altre tre ore e mezza sono impegnate nell’orazione personale. «Il monaco prega per gli altri e al posto degli altri. La sua è una preghiera d’intercessione e di supplenza», ci dicono.

 

dalle stalle alle ...
L’antico fienile in disuso

 

La giornata a Monte Monastero inizia alle 6 o alle 6.30, e termina alle 22.30 o alle 23, secondo le stagioni. Il sabato sera c’è la veglia in preparazione del giorno del Signore. La comunità di Nostra Signora della Trinità è aperta alle visite di ospiti ma, precisa l’abbate Giovanni, «cerchiamo di averne uno alla volta, o una coppia, o comunque un ristrettissimo numero di persone. Il nostro intento è di conservare il clima di meditazione in cui viviamo per poterlo offrire a chi ci viene a visitare».

Che cosa desiderano soprattutto comunicare i monaci di Monte Monastero? È ancora l’abbate Giovanni a rispondere: «Accettiamo il monachesimo delle origini così come è stato tramandato. Allo stesso modo accettiamo la Regola di san Benedetto, ma la viviamo oggi». Per farsi capire meglio esemplifica: «Non siamo entrati in un vecchio monastero, ne stiamo costruendo uno nuovo», e ricorda l’ammaestramento di Gesù quando dice che «un vino nuovo va messo in un otre nuovo, ma l’otre nuovo deve essere fatto alla maniera degli otri vecchi».

Al monastero stanno bussando altri giovani. Dovranno sottoporsi a un tirocinio perché l’abbate dovrà essere certo che l’aspirante cerchi Dio e non la pace del cuore, un luogo tranquillo, un luogo in cui rifugiarsi...

Come si vede il mondo dalla cima del Monte Monastero? «Se Dio non interviene, gli uomini d’oggi sono piuttosto disastrati», risponde laconico l’abate, che però rassicura: «Le forze del male non prevarranno».

Alberto Comuzzi

 

i monaci in coro

I monaci di Monte Monastero (in cappella nella foto sopra) dedicano alla preghiera non meno di cinque ore e mezza al giorno. Oltre alle Lodi, ai Vespri, alla Compieta e alla preghiera comunitaria, almeno altre tre ore e mezza sono impegnate nell’orazione personale. 

La "comunità monastica benedettina maschile di vita semplice" di Monte Monastero, da sette anni è impegnata nella costruzione del proprio monastero, il cui corpo centrale è ricavato dalla ristruttura-zione di un antico fienile in disuso.

 

 

torna all'indice                                                                                                  torna all'inizio testo