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per la vita monasticaCultura Monastica - sezione II
scheda p. Jean Lafrance s.j. per scoprire LA VOLONTÀ DI DIO su di te p. Jean Lafrance s.j.(1931-1991) gesuita, e insigne predicatore, con la sua esperienza di preghiera, ha permesso di penetrare sempre più profondamente il mistero di Dio; i suoi scritti sono quasi una preghiera all'Altissimo e manifestano la possibilità dell'uomo, di ogni uomo di esercitare un dialogo con Dio, e di crescere in umanità e risposta di fede, esercitando tutte le capacità razionali spirituali, sociali che il Creatore ha donato ad ognuno Questi tre capitoli sono estratti dall'importante opera del padre: Prega il Padre tuo nel segreto a cura dei monaci della Abbazia Nostra Signora della Trinità - Morfasso (PC) Italia Tutti i diritti sono riservati per il testo: © all'Autore e all'Editore |
p. Jean Lafrance s.j.
per scoprire
Hai sentito la chiamata a seguire Gesù e hai accettato consapevolmente il rischio dell'amore, servendolo nella totale povertà e umiltà. Come Paolo vuoi la vera sapienza: « Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso » (1 Cor 2, 2). È normale che tu viva in te una grande lotta tra questo desiderio di amare veramente il Cristo e quello di compiere invece la tua volontà. Solo lo Spirito Santo può purificare il tuo cuore, al punto di disporlo davanti a Dio a compiere la sua volontà. Nella tua vita, tutto si riduce – in definitiva – a scoprire questa volontà di Dio, e a compierla: « Non sono coloro che dicono: Signore, Signore, che entreranno nel Regno, ma coloro che fanno la volontà di mio Padre ». In definitiva tu desideri accostarti al Cristo più da vicino nella sua totale povertà, ma non sai con esattezza quale forma particolare di povertà il Cristo voglia da te. Tutto quanto è buono e perfetto in sé, non lo è necessariamente per te. Tu aspetti dunque nella preghiera assidua che Dio ti riveli quello che in te fa ostacolo al dono totale e vero. L'importante non è quello che tu decidi di abbandonare per Dio, ma quello che egli vuole che tu abbandoni per lui. È qui che le illusioni possono insinuarsi nelle tue migliori intenzioni. Ti può capitare di pensare che il meglio per te è il più difficile: quello che importa, in realtà, non è il fatto che un distacco o una attività ti ripugni o ti piaccia, ma che esiga maggior amore. Se, dopo aver pregato lungamente, intravedi quest'opera nella pace e nella fiducia, come una volontà di Dio per te, è un segno chiaro che Dio ti chiama a rispondervi generosamente. Sta certo che se preghi nella verità e lasci tempo al tempo – che è un fattore di primaria importanza per una decisione – Dio ti farà vedere quello che si aspetta da te. È il momento di metterti di fronte all'opera dello Spirito Santo in te. Guarda semplicemente i doni ricevuti da Dio nelle differenti tappe della tua vita, le chiamate ricevute attraverso gli avvenimenti e le persone. Cerca di scoprire la vocazione che Dio traccia in te e che deve stagliarsi come un crinale sull'orizzonte. Ogni uomo porta nell'anima un mistero, il suo proprio mistero, che è quello del suo nome particolare. Tutta la sua angoscia su questa terra è di individuarlo. Solo il Cristo può rivelare all'uomo il mistero del suo nome, lui che, nel suo cuore di Figlio di Dio, è aperto eternamente all'essere, al cuore del Padre. E insieme guarda se sei stato fedele a questa chiamata di Dio. Molto spesso hai utilizzato questi doni per servire le tue vedute personali, anche se di per sé buone. La vocazione che intravedi è un dono di Dio, o una costruzione che dipende da te? Quante illusioni nei tuoi desideri di santità e nelle tue attività al servizio degli altri! Attento a non abbandonarti ad analisi psicologiche e ancor meno a considerazioni razionali, ma làsciati interpellare nel cuore del tuo essere. Proprio tu sei rimesso in causa da questa volontà di Dio. Da ciò deriva la necessità di una preghiera intensa e prolungata, per vedere te stesso con lo sguardo dello Spirito Santo. Ripeti a Cristo il tuo desiderio di non essere più che una sola cosa con la volontà di Dio. Solo la preghiera può purificare le tue motivazioni profonde e fare apparire in piena luce le intenzioni del tuo cuore. Non ti stupire, allora, se fai l'esperienza della tua grande povertà che ti riduce a essere malleabile e duttile tra le mani di Dio. Sei un po' di terra nel cavo della mano di Dio e chiedi al soffio dello Spirito di venire a modellarti a immagine del Figlio. È una situazione non comoda, poiché non si tratta più di decidere da te solo di evitare una determinata cosa o di intraprenderne un'altra, ma di lasciarti puramente e semplicemente lavorare da Dio. Tu ti abbandoni tra le mani di Dio in una totale indifferenza. È la disponibilità fondamentale quella che assicura la concordanza della tua vita di uomo con il disegno di Dio. In fondo, tu accetti di abbandonare tutto per seguire il Cristo, ma ti rifiuti di decidere da te solo: metti la tua forza nel non volere né un bene né un altro, se non ti muove il solo servizio di Dio nostro Signore (cfr Esercizi Spirituali di S. Ignazio. n. 155). Di tali esseri, spossessati di sé, Dio può fare dei santi. Per arrivare a una tale disposizione che è difficile, perché tocca le radici stesse della libertà, è evidente che l'orazione è più necessaria che mai. Soltanto il Cristo può venire ad insegnarti e a darti la forza di offrirti così a Dio nel più grande sacrificio. Lui stesso ti ha aperto la strada con la sua Pasqua. Ripeti spesso la preghiera di abbandono del padre de Foucauld: « Padre mio, mi abbandono a te, fa' di me quello che vuoi. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto ».
Quando un'acqua è torbida, bisogna solo lasciarla riposare sotto la calda luminosità del sole, perché le impurità si depositino nel fondo e l'acqua pura appaia in superficie. La stessa cosa avviene per la tua vita cristiana, che si purifica a poco a poco, nella preghiera, sotto lo sguardo di Dio. Se sei fedele a vivere sotto la luce dell'Evangelo, le intenzioni profonde del tuo cuore si chiariscono e tu intravedi quello che è di ostacolo all'azione di Dio in te. Nello stesso tempo, lo Spirito Santo inclinerà il tuo cuore verso questa o quella forma di povertà per meglio orientare la tua vita nel senso della volontà di Dio. Imparerai soprattutto ad esser qui, davanti a Dio, per lui solo. Quando lavori, o quando riposi, agisci troppo spesso per un fine, e dimentichi quale meraviglia sia esistere, semplicemente esistere, senza pensare ad altro. La preghiera ti fa esistere davanti a Dio. Essa ti fa raggiungere questo fondo del cuore, più profondo di ogni desiderio, di ogni pensiero, di ogni immagine e di ogni azione. Così, tu sei solo con te, alle origini del tuo essere, là dove la tua anima è uscita dalle mani del Creatore. Tu sei solo con l'Assoluto, solo della solitudine del Solo. Ecco, dunque, la differenza che esiste tra questa scelta spirituale compiuta nella luce dello Spirito, e le decisioni morali che tu prendi per cambiare la tua vita sul piano umano. Per esempio, può accadere che tu decida di lottare contro un certo difetto, di darti maggiormente alla preghiera o d'intraprendere un certo atto di ascesi per meglio servire Dio. Non puoi trascurare questo lavoro di perfezionamento se vuoi divenire un uomo libero, ma esso ha i suoi limiti e soprattutto rimane su un piano umano. Per di più, lo puoi fare all'infuori della preghiera, con l'aiuto di qualcuno che ti conosce bene, per esempio. Se chiedi ai tuoi amici che cosa ti rimproverano, capirai quello che bisogna cambiare nella tua vita. La scelta spirituale che qui sei invitato a realizzare, si situa sul piano della vita teologale. Si tratta di scoprire la volontà precisa di Dio su di te in un dato momento della tua vita per darle un orientamento. Non puoi dunque fidarti solo dei lumi della tua ragione e delle risorse della tua volontà, ma hai bisogno di una rivelazione superiore dello Spirito, per comprendere i disegni d'amore di Dio a tuo riguardo. La preghiera continua, la contemplazione dell'Evangelo purificano il tuo cuore, invitandoti così ad abbandonare a Dio il fondo del tuo essere. In principio vi è la certezza che lo Spirito Santo vuole realizzare in te qualche cosa che non ti è possibile definire anticipatamente; di solito vai alla preghiera con dei problemi precisi, per i quali vuoi delle soluzioni immediate, ottenute con l'analisi o con la decisione. Tu non puoi allora scoprire la volontà di Dio, che esige un'assenza di premesse e l'oblio di quello che sei o di quello che fai. Lascia dunque i tuoi problemi fuori della porta, e apriti a Dio per sottoporti a una presenza attiva dello Spirito che vuole la tua realizzazione. Il tuo essere non sei tu a costruirlo, ma lo ricevi da Dio. Solo così potrai percepire una volontà personale e attuale di Dio: riconoscendo e accettando te stesso. L'orazione diventa il luogo del passaggio dello Spirito, e lasci cadere a poco a poco le tue difese e le tue sicurezze. Solo partendo da zero puoi ritrovare il tuo essere profondo e divenire un adulto libero e non un personaggio. L'orazione facilita questa evoluzione, facendoti salire ad un altro livello, che non è quello delle tue preoccupazioni attuali. Allora non vi sono più problemi o dualismi, ma un assumere personalmente e coscientemente la tua vita per darla al Cristo, accettando, senza illusioni, le esigenze dell'amore. Per queste ragioni, la volontà di Dio non prende abitualmente delle andature straordinarie o sensazionali. Dio lavora nella trama stessa della tua esistenza; è dunque a livello della tua vita quotidiana che si farà palese la sua volontà. Egli ti chiede soprattutto di accettare in piena lucidità il tuo essere di uomo con i suoi limiti e le sue deficienze, per mezzo delle quali ti purifica. Continua a pregare rilevando nella tua vita le chiamate precise e i desideri che lo Spirito ti suggerisce; è sempre per mezzo delle tue aspirazioni profonde che Egli ti parla e ti fa scoprire la volontà di Dio. E poi cerca di tradurre concretamente in quale modo vuoi realizzare questa scelta, se occorre prendendo degli appunti. Può succedere che tu metta il punto finale a questa ricerca riassumendola in una parola dell'Evangelo. In ogni caso, se hai scelto secondo Dio, tu proverai in te stesso una grande gioia. La pace e la gioia sono sempre i segni dell'azione di Dio in te, anche quando questa gioia esige da te un sacrificio reale. Un poco alla volta si formerà in te quello spirito di discernimento spirituale che ti farà « sentire » la volontà di Dio in tutti gli avvenimenti della vita.
Sei qui ormai al centro della vita cristiana, perché tutto si riduce in definitiva, nella tua esistenza di uomo, a scoprire la volontà di Dio e a compierla. Ma se ti è facile discernere questa volontà attraverso i comandamenti, tu dubiti spesso di riuscire a scoprire quello che Dio si aspetta da te, in particolare nella tua situazione attuale. Più progredirai nella vita cristiana autentica e più dovrai fare delle scelte che dipendono unicamente dalla tua coscienza, illuminata dallo Spirito e dalla legge delle Beatitudini, senza poterti riferire né a un codice, né ad un maestro che sembri sapere o detenere la verità. Che si tratti di un impegno politico, di uno stato di vita, di un approfondimento della tua preghiera o di qualche altra decisione che orienti la tua vita, non puoi fare a meno di una scelta onerosa che impegni la tua libertà e la tua fedeltà. Tuttavia, non sarebbe credere in Dio e nella sua Provvidenza il pensarlo capace di abbandonarti a te stesso nelle decisioni della tua vita. Se vuoi conoscere la volontà di Dio, la condizione sine qua non è di renderti disponibile, ossia, di fronte ad una scelta da fare, di non voler preferire l'una opzione o l'altra, di abbandonare ogni pregiudizio che impedisca a Dio di farti sapere in quale senso vuole che t'impegni. In una parola, non devi avere alcuna idea in proposito, e devi accettare di entrare nelle vedute di un altro, che sconcertano sempre le tue. Questa è certo la disposizione fondamentale per operare una scelta secondo Dio. Ma forse tu ti poni una domanda: come fare a renderti disponibile, se non lo sei? Diciamo così: che devi fermarti, guardarti oggettivamente e interpellare il tuo giudizio critico; questi atteggiamenti si vivono sotto lo sguardo dì Dio, nella preghiera, per scoprire le resistenze alla sua volontà. Può accadere che con una tale preghiera Dio ti mostri chiaramente quello che si aspetta da te, ma non è sua abitudine: egli preferisce parlarti con i segni. Non considerare troppo presto le tue buone intenzioni come volontà di Dio. Un mezzo per scoprire questa volontà è analizzare i vari dati e le componenti della scelta, gli argomenti in un senso o nell'altro, come si usa esaminare prima di ogni decisione. Se fai questo sotto lo sguardo di Dio, vedrai le ragioni pro o contro ordinarsi secondo dei criteri spirituali, per esempio seguire il Cristo nella via delle Beatitudini; oppure vedrai apparire i motivi umani o egoistici, poiché il discernimento spirituale si riferisce anche a criteri oggettivi: la sapienza della Croce e delle Beatitudini enunciata da Cristo nell'Evangelo. Da una parte, le ragioni saranno chiare, forti, certe; dall'altra, senza valore, inconsistenti, torbide o dubbie. Dio non sembra avere risposto direttamente alla tua domanda, ma in realtà l'ha fatto, illuminando e guidando la tua intelligenza o il tuo cuore. Vi è anche un'altra maniera per scoprire questa volontà: quella d'interrogare la tua affettività profonda. Se sei nella pace duratura, e nella vera gioia, puoi dire che i progetti che accompagnano i tuoi sentimenti interiori sono volontà di Dio perché lo Spirito Santo agisce sempre nella gioia, nella pace e nella dolcezza. Se, al contrario, sei nella tristezza, nello scoraggiamento e nell'irrequietezza, puoi supporre che il progetto concepito è probabilmente ispirato dalla carne o dallo spirito del male. In questo campo, ciò che sembra essenziale è la durata e la qualità del desiderio. Non puoi avere nessuna certezza se ti affidi al sentimento di un solo istante. Al contrario, se durante un periodo più o meno lungo, una determinata decisione è sempre accompagnata dalla gioia e il suo contrario dalla tristezza, vi è ragione di credere che sia Dio a mandarti la consolazione dello Spirito e a suggerirti di compiere l'azione corrispondente. Vi è poi l'atto di libertà che ti fa prendere questa decisione per Gesù Cristo. Molto spesso è dopo questa libera opzione che la pace si stabilisce in te. L'esperienza di consolazione o di desolazione che segue la scelta, confermerà la scelta stessa e ti indicherà chiaramente se sei nella volontà di Dio. A poco a poco, riuscirai a compiere delle scelte veramente spirituali, interpretando in modo sempre più chiaro i segni di Dio, sia che si tratti di grandi decisioni che impegnano la tua esistenza, o semplicemente delle scelte riguardanti la tua vita quotidiana. D'altronde, questa educazione della tua libertà dovrà proseguire per tutta la vita, e più sarai fedele a rispondere alle sollecitazioni dello Spirito, meglio scoprirai quello che ti viene domandato. Per concludere questa meditazione, puoi rileggere nel primo libro di Samuele (3,1-21) la chiamata di Dio a Samuele; capirai come Dio parla agli uomini per indicare loro la sua volontà. Samuele vive nel tempio, è al servizio di Eli e lo aiuta nel culto, ma non è ancora in relazione intima con Jahvè, ossia non ha ancora percepito la parola personale e originale che Dio gli rivolge: « Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore » (1 Sam 3,7). Tu rassomigli a Samuele finché non hai percepito la volontà personale di Dio su di te. Come il giovanetto, ciò che devi fare tu lo chiedi al gran sacerdote Eli oppure a leggi scritte. Ma osserva la pedagogia divina. Jahvè comincia col chiamare tre volte per nome il giovanetto: « Samuele! Samuele! Samuele! ». Si tratta proprio di una chiamata personale, di una volontà precisa che vuol fargli udire. Contempla anche la disponibilità di Samuele, che alla minima chiamata si mette alla ricerca della volontà di Dio. Sei sensibile ai più lievi tocchi dello Spirito, che ti fa segno attraverso avvenimenti apparentemente banali? Samuele va a trovare il sommo sacerdote; questi non ha per missione di rivelargli la volontà di Dio, non la conosce, ma lo mette semplicemente in contatto con la parola di Dio. Così nella tua vita, tu interroghi il tuo padre spirituale che è in assiduo ascolto della voce di Dio e gli chiedi di aiutarti a metterti in comunicazione con essa. Solo lo Spirito può parlare al tuo cuore, ma la guida spirituale c'è proprio per aiutarti a verificare l'autenticità della sua chiamata. Samuele è pronto ad ascoltare la voce di Dio, poiché si è stabilito in una profonda disponibilità, e vuole ormai una cosa sola, al di là di qualsiasi preferenza: la volontà di Jahvè. Quando sei chiamato a fare una scelta secondo lo Spirito, ripeti spesso nella preghiera la parola del giovane Samuele: « Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta » (1 Sam 3,9). Allora il Signore ti rivelerà i suoi profondi segreti e, come Samuele, « tu non lascerai andare a vuoto una sola delle sue parole » (1 Sam 3,19). Comincerai allora a diventare l'uomo spirituale – di cui parla san Paolo – che penetra i segreti di Dio perché lo Spirito Santo lo ha pervaso.
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