una scheda di padre Lacunza su Ben Laden

 

Roma (Italia), 25 ottobre 2001 (VID)

 

Bin Laden: un profilo 

secondo il Rettore del Pontificio Istituto Studi Arabi e Islamistica

 

il p. Lacunza (Missionari d'Africa) sottolinea le responsabilità degli USA nella sua creazione  

 

La ricostruzione della storia politica di Bin Laden disegna un complesso quadro tra Medio Oriente e Asia, in cui si intrecciano, negli anni, gli influssi dell’allora Unione Sovietica e degli Usa, con cambiamenti di schieramenti di Bin Laden, dal filo all’anti-americanismo, ma sposando le tesi della lotta armata che settori assai consistenti dell’Islam invece ripudiano. Così viene ricostruita la parabola politica di Bin Laden da padre Justo Lacunza, Rettore del Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamistica (Pisai), gestito dai Missionari d’Africa. “Dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel dicembre del 1979 – scrive padre Lacunza -  Osama Bin Laden si unì ai Mujaheddin nella guerriglia contro gli invasori miscredenti. Da fedele sostenitore della causa islamica dell’Arabia Saudita lottò, combattendo la jihad nel nome dell’Islam, contro la presenza dei sovietici in terra musulmana afghana. Occorre sottolineare che la religione musulmana agisce come la colla invisibile che unisce il mosaico di gruppi, lingue e tradizioni nell’impresa bellica contro l’Unione Sovietica”. Con l’invasione sovietica dell’Afghanistan “gli Stati Uniti danno appoggio logistico ai Mujaheddin e Bin Laden diventa un punto di riferimento indispensabile nel reclutamento e addestramento dei volontari arabi. I miliardi provenienti dalla sua facoltosa famiglia e dalle donazioni dei ricchi commercianti arabi permisero a Bin Laden di fondare e organizzare al-Qaeda (la base) a sostegno della lotta contro l’invasore sovietico”. “Lo scontro frontale fra Saddam Hussein e gli alleati degli Stati Uniti alla guida della coalizione internazionale, portò nel 1990-91 le forze americane in territorio saudita. Questo evento storico forzò Bin Laden a cambiare divisa indossando quella islamica. Questa volta "l’amico infedele" aveva piantato la sua tenda in territorio sacro, in terra musulmana. La fondazione al-Qaeda e la sua rete internazionale di appoggio logistico e finanziario diventano la piattaforma di lancio per combattere l’aggressore americano, che questa volta ha osato invadere la terra sacra dell’Islam”. E così “i talebani, studenti di religione, saranno appoggiati dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita e dal Pakistan, per dare una impronta islamica all’Afghanistan e spostare l’attenzione politica e l’influenza islamica iraniana dalla regione andando oltre i confini asiatici. E’ in questa cornice che si inserisce Bin Laden, che appoggia di buon grado la nuova islamizzazione dell’Afghanistan, alimenta il fuoco islamico dei talebani e mette le radici profonde per diventare il nuovo Saladino del terzo millennio” e così con la mediazione del mullah Omar,a  partire dal marzo 1997 “da guerriero militante si converte in guida musulmana per i talebani”. E Bin Laden pubblica nel febbraio 1998 un “documento che verrà intitolato ‘Jihad contro Giudei e Crociati’. Nella luce di questo testo si può intravedere l’influenza dottrinale dei Fratelli Musulmani, fondati in Egitto da Hasan al-Banna nel 1929. Bin Laden ricevette la sua formazione islamica all’Università King Abdullah Azziz da un noto professore arabo palestinese: Azzam Abdullah. Questo docente era conosciuto per il suo zelo islamico e la difesa della ‘vera fede’ nella sua purezza e integrità. Su questi insegnamenti dottrinali Bin Laden fonda la sua visione di un Islam puritano e integralista, che pretenderà di rinnovare l’Islam anche attraverso una azione di guerra armata”.

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